Tecnologo Alimentare e gestione del Sistema HACCP

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Oggetto:

Buon giorno a tutti,

Sono un tecnologo alimentare (vecchio ordinamento), e sto lavorando all'estero come responsabile qualita' e haccp di un macello....

oggi dopo 6 mesi (per motivi puramente burocratici) mi hanno chiesto se posso dargli evidenza con qualche documento o certificato 

universitario che con la nostra laurea siamo professionalmente "abilitati"  ad occuparci di HACCP.

qualcuno sa darmi una mano, visto che   nemmeno nella  Legge italiana  59 del 18/01/1994 di haccp non c'e' nemmeno un accenno!

grazie a tutti


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Oggetto: Tecnologo Alimentare e gestione del Sistema HACCP
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Oggetto:

Cito dalla citata legge 59/94:

1. Rientrano nella competenza del tecnologo alimentare:

a) lo studio, la progettazione, la direzione, la sorveglianza, la conduzione ed il collaudo dei processi di lavorazione degli alimenti e dei prodotti biologici correlati, ivi compresi i processi di depurazione degli effluenti e di recupero dei sottoprodotti;

...

d) le analisi dei prodotti alimentari; l'accertamento ed il controllo di qualità e di quantità di materie prime alimentari, di prodotti finiti, di additivi, di coadiuvanti tecnologici, di semilavorati, di imballaggi e di quanto altro attiene alla produzione e alla trasformazione di prodotti alimentari; la definizione degli standard e dei capitolati per i suddetti prodotti. Tali attività sono svolte presso strutture sia private che pubbliche;

Certo, il fatto che nel 1994 il legislatore non avesse compreso che senza l'HACCP non si va da nessuna parte è veramente grave!

Comunque, sebbene non sia un esperto di HACCP, ritengo di poter affermare che le suddette competenze consentano ad un TA di svolgere agevolmente qualunque “analisi del rischio”.

Che poi ci sia qualcuno che consideri un qualunque corso di formazione (HACCP ovvio!) più importante di una laurea, la dice lunga su dove siamo arrivati!

Caro lello80, hai tutta la mia comprensione!


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Oggetto:

 

Ciao lello80 e benvenuto!!  ^__^
 
Prima di risponderti consentimi di fare una piccola precisazione che reputo necessaria al fine d'evitare possibili fraintendimenti da parte di chi ci legge: non esistono Tecnologi Alimentari (vecchio ordinamento), bensì laureati in Scienze e Tecnologie Alimentari (vecchio ordinamento).
 
La differenza, che agli occhi dei più potrebbe sembrare sottile (per non dire inesistente), cela in realtà insidie che personalmente ritengo contribuiscano alla forte disinformazione che vige tutt'oggi intorno alla nostra Figura Professionale e che in un certo senso credo giustifichino l'ignoranza (nel senso di mancanza di conoscenza) del tuo datore di lavoro sull'argomento: il Tecnologo Alimentare è solo ed esclusivamente il laureato quinquennale (o 3+2 Nuovo Ordinamento) in Scienze e Tecnologie Alimentari (ex Scienze delle Preparazioni Alimentari), che ha sostenuto con successo l'Esame di Stato d'Abilitazione all'Esercizio della Professione di Tecnologo Alimentare e che risulta regolarmente iscritto all'Albo.
 
Trattasi di condizioni imprescindibili, strettamente interconnesse tra loro, la cui assenza (anche di uno soltanto dei summenzionati requisiti) comporta l'impossibilità all'utilizzo del titolo di Tecnologo Alimentare, pena l'esercizio abusivo della professione.
 
Pertanto, arriviamo al primo punto su cui potresti fare leva... Se, come credo, sei realmente un Tecnologo Alimentare, il primo "certificato" che potresti fornire ai tuoi interlocutori è il testo della Legge 59/1994 "Ordinamento della Professione di Tecnologo Alimentare", corredandola con la comunicazione d'accettazione della tua domanda d'iscrizione all'Albo rilasciata dal Consiglio del tuo Ordine d'appartenenza e magari esibendo contestualmente la Tessera Professionale che certifica la tua regolare iscrizione all'Albo.
 
Come correttamente anticipato dall'amico alfclerici, direi che la lettera a) del comma 1 dell'art. 2 della summenzionata Legge 59/1994 stabilisce inequivocabilmente la competenza del TA in materia di HACCP.
 
Non è infatti la presenza o l'assenza dell'acronimo HACCP nel testo di tale Legge a stabilire l'affinità o meno del TA verso tale disciplina, quanto piuttosto la descrizione accurata dell'essenza stessa della HACCP: lo studio, la progettazione, la direzione, la sorveglianza, la conduzione ed il collaudo dei processi di lavorazione degli alimenti.
 
E da questo punto di vista, ritengo che il Legislatore sia stato oltremodo lungimirante. In particolar modo considerando che la Legge risale al lontano 1994.. circa un decennio prima della 852/04 e di tutti quei regolamenti Comunitari che vanno sotto il nome volgare di "Pacchetto Igiene".... Di "pacco" probabilmente c'è solamente il nome che gli è stato affibbiato.
 
Nessuno, infatti, poteva prevedere (né ritengo possa farlo oggi) gli sviluppi futuri di una disciplina tanto complessa come quella che gravita intorno alla HACCP. Un acronimo può subire cambiamenti repentini... Sono i concetti di fondo a rimanere integri nel tempo.
 
Lo stesso DPR n.470/1997 "Regolamento recante disciplina degli esami di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di tecnologo alimentare" all'art. 3 fornisce un quadro molto dettagliato di quali siano le competenze richieste e le modalità di abilitazione all'esercizio della Professione del candidato Tecnologo Alimentare:
 
1. Gli esami di Stato di abilitazione all'esercizio della professione di tecnologo alimentare consistono in due prove scritte e una prova orale.
 
2. La prima prova scritta sarà svolta dal candidato scegliendo uno tra i tre temi proposti dalla commissione riguardanti l'analisi dei prodotti alimentari, la valutazione della loro sicurezza, dell'igiene, della conformità alle norme, della qualità nutrizionale e sensoriale.
 
3. La seconda prova scritta sarà svolta dai candidati scegliendo uno tra i tre temi proposti dalla commissione riguardanti gli aspetti tecnici, economici, i controlli e le norme relative ai processi tecnologici e biotecnologici per la conservazione e la trasformazione degli alimenti.
 
4. Per lo svolgimento di ciascuna prova scritta sarà concesso ai candidati un tempo di sette ore.
 
5. La prova orale consiste in un colloquio relativo alle stesse materie oggetto degli esami scritti nonché nella discussione degli elaborati redatti dal candidato. Essa avrà una durata non inferiore a 30 minuti.
 
Durante tale prova i candidati dovranno dimostrare anche di conoscere la disciplina di cui alla legge 18 gennaio 1994, n. 59, relativa all'ordinamento della professione di tecnologo alimentare e particolarmente l'articolo 2 concernente l'attività professionale.
 
Sono inoltre concorde con Alfredo quando denuncia la desolazione d'innanzi a domande come quella che ti è stata posta, indice di un degrado culturale e di un pressapochismo, contro il quale l'Ordine dovrebbe farsi paladino, ribadendo la centralità nel processo Conoscitivo della Laurea (specialmente quella italiana che, a detta di numerosi amici che lavorano all'estero, è ancora largamente riconosciuta e per certi aspetti invidiata) e l'estrema importanza giocata dall'Ordine stesso, quale garante della professionalità, della competenza e dell'etica dei propri iscritti.
 
Premesso ciò, segnalo che né la Legislazione Comunitaria, né tantomeno il Codex Alimentarius, che lo ricordo a scanso d'equivoci è la fonte a livello Mondiale per quanto concerne tematiche di natura igienico-sanitaria ed in primis per il Sistema denominato Hazard Analysis and Critical Control Point (HACCP), prevedono abilitazioni particolari per potersi "occupare" di HACCP...
 
Cosa significa ciò, che chiunque può definirsi competente in materia di HACCP? Assolutamente no!!! Il Codex in tal senso è chiaro.
Cito testualmente dall'Annex to CAC/RCP 1-1969 (Rev.4 - 2003) "it also requires a multidisciplinary approach".. Ovverosia: esso (il Sistema HACCP) richiede un approccio multidisciplinare.
 
E prosegue stabilendo che: "this multidisciplinary approach should include, when appropriate, expertise in agronomy, veterinary health, production, microbiology, medicine, public health, food technology, environmental health, chemistry and engineering, according the particular study".
 
Bene, il Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari (nella formula estesa... ossia i vecchi 5 anni, o nuovi 3+2) copre in modo approfondito numerose di queste tematiche. E questo ritengo sia l'aspetto più saliente che dovresti sottolineare ai tuoi interlocutori: può un corso postumo, anche se di svariate ore, "abilitare" a tutto ciò? Personalmente, lo reputo altamente improbabile.
 
Mi permetto d'aggiungere un'ultima considerazione: cosa significa il termine "occuparsi" di HACCP? Ho la sensazione che stia ad indicare tutto ed il contrario di tutto... Poiché, in un certo senso, si "occupa" di HACCP anche l'operatore che esegue mnemonicamente, senza magari averne compreso le reali finalità, le istruzioni impartitegli dalla Funzione Gestione Qualità e Sicurezza Alimentare (quella che gli anglofoni denominano Food Safety and Quality Management).
 
Per ora è tutto, ti faccio un grosso in bocca al lupo per la tua personale battaglia, con l'auspicio che non rimanga tale... Tienici aggiornati sugli sviluppi! Aiutaci a capire come tentare di porre rimedio a questa cattiva informazione che vige imperterrita.
 
Un caro saluto!
Giulio
 
PS: Tra poco provvederò a modificare il titolo di questa discussione da "Tecnologo alimentare all'estero....." a "Tecnologo Alimentare e gestione del Sistema HACCP". Cerchiamo sempre di massimizzare la rispondenza del titolo al contenuto della discussione. Bye!

 


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Oggetto:

Buonasera, sono un tecnologo alimentare(vecchio ordinamento), sono responsabile legale di una società agricola che si occupa della coltivazione di grani antichi siciliani che facciamo molire a pietra da terzi e, in attesa che ci arrivi il nostro mulino a pietra, ci occupiamo solo del confezionamento della semola. Volevo qualche consiglio su come impostare il nostro manuale HACCP, devo considerare il confezionamento un CCP?

Inoltre i nostri clienti (panifici..) mi richiedono una certificazione haccp...posso rilasciare un certificato in cui si attesta che l' azienda applica l'implementazione e l'attuazione del sistema dell'autocontrollo alimentare pur non essendo iscritta all'albo?

Grazie


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Oggetto:

Per la dicitura tecnologo alimentare (vecchio ordinamento) ti invito a leggere il post qui sopra di giulio surf con molta attenzione.

Per la questione confezionamento direi che è un po' improbabile che possa essere considerata un ccp: che parametri devi controllare? che strumenti hai per farlo? forse il controllo dell'umidità è un CCP?

Per la certificazione HACCP come spesso viene chiamata puoi tranquillamente scriverla tu, è un obbligo dell'azienda e quindi del rappresentante legale seguire le procedure di autocontrollo igienico perciò timbra e firma sono della società.

 


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Oggetto:

Buongiorno a tutti

e grazie agli amministratori per aver creato questo forum che ci permette un vero e proprio incontro!!

mi riallaccio a quanto scritto da Mira76 e GiulioSurf e vorrei avere conferma (magari con riferimenti legislativi) che per essere Tecnologi Alimentari non sia "conditio sine qua non" essere iscritti all'albo, ma basti essere laureati in Scienze e tecnologie alimentari. Perchè da quanto mi risulta l'iscrizione all'albo lega esclusivamente all' appartenenza ad un codice ben definito di partita IVA (passatemi i termini non tecnici).

Grazie a chi volesse rispondermi


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Oggetto:

Ciao Stanoslao.

Io ti posso raccontare la mia esperienza. Dopo la laurea triennale in scienze biologiche ho preferito fare un percorso di conoscenza più pratico. Ho frequentato un corso per diventare consulente e formatore haccp, tramite l'ente di formazione Hideea. Sono dell'opinione che un corso pratico e attestato sia più spendibile sul mercato del lavoro. Quello che ho fatto io era un corso accreditato (patrocinato dall’ordine dei biologi e dei tecnologi alimentari) che mi ha dato degli strumenti utili e delle “strade da seguire” importanti, soprattutto per avere un approccio diretto al mondo lavorativo. Nelle due giornate del corso infatti abbiamo strutturato personalmente un manuale di autocontrollo e verificato i processi di uno stabilimento produttivo in visita didattica, cose che ovviamente da autodidatta è più difficile fare. C’è sicuramente anche una parte “commerciale” per l’acquisizione dei Clienti che bisogna affinare ma posso dire che il fatto di aver partecipato ad un corso specifico è stato un elemento che le aziende hanno considerato sul CV.
A distanza di 8 mesi seguo 3 piccole aziende alimentari della mia zona, Bologna e provincia. 
Per quanto riguarda l'iscrizione all'Albo, posso dirti che non era un requisito di accesso al corso. Io ti consiglierei di intraprendere questa strada.

Spero di esserti stato d'aiuto.

 


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