TMC delle materie prime

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Oggetto: TMC delle materie prime
Ciao ragazzi,
premetto che sono molto stanco dopo una dura giornata, perdonatemi fin da ora eventuali errori grammaticali, di lessico o ripetizioni...
-il TMC  come l’amico Giulio ha spiegato molto bene non è stabilito per legge, ma è  determinato dal produttore o dal confezionatore o, nel caso di prodotti importati, dal primo venditore stabilito nell’Unione europea, ed è  sotto la loro diretta responsabilità.
Non è vietata sanzionata la vendita di prodotti con termine minimo di conservazione.
È quindi  l'azienda che testa il suo prodotto e valuta le materie prime utilizzate, le tecniche di conservazione, il confezionamento, la catena distributiva e probabilmente anche le esigenze della grande distribuzione.

-Per il legislatore il pericolo esiste solo per i prodotti a rischio microbiologico velocemente deteriorabili, per i quali è vietata la vendita oltre la data riportata in etichetta.
Un prodotto esposto sui banchi di vendita solo alcuni giorni successivi la data indicata sull’imballaggio non significa per forza un pericolo per la salute, né deve creare allarmismi nel Consumatore!
In questo caso gli organi  di vigilanza hanno l’autorità di procedere al cosiddetto “sequestro cautelativo sanitario” degli alimenti o della partita,  saranno effettuate le necessarie analisi di laboratorio al fine di verificare la potenziale nocività per la salute pubblica (sono balzate alle cronache i sequestri di partite con TMC superato però da diversi anni).
Inutile dire che la differenza tra la data indicata sull'etichetta e la persistenza del prodotto in vendita vada verificata prodotto per prodotto, a seconda della durabilità dello stesso, anche a condizioni  che il consumatore non sia tratto in inganno...(esempio con sostituibilità del TMC con  un'altra data senza che questo venga esplicitamente  scritto).
Nel caso in cui la data del TMC sia superata  sarà lo stesso commerciante a dover mettere in evidenza la scadenza di tale limite con un avviso ben visibile e ovviamente ci si deve basare anche sul “buon senso”.
La durabilità è definita in base alle caratteristiche merceologiche del prodotto stesso, ai trattamenti ai quali è stato sottoposto, al materiale usato per il confezionamento e ad altri particolari parametri…
Alcuni alimenti restano commestibili per mesi, altri soltanto per alcuni giorni,  ad esempio la pasta integrale si conserverà di meno che la pasta normale (in quanto la prima  contiene tutte le parti del chicco di frumento incluso il germe ricco di  oli  e sono proprio questi oli che, a contatto con sostanze presenti nella parte fibrosa del seme, con il passare dei mesi possono provocare un decadimento del prodotto, rendendo la pasta acida).
Per la birra invece il termine indicativo di conservazione è fissato per legge  ad 1 anno al fine di evitare eventuali rischi di contaminazione biologica durante la produzione.
Sarebbe corretto  che il legislatore imponesse  l'inidcazione in etichetta anche della data di confezionamento o di produzione, in modo particolare per i prodotti facilmente deperibili.

Attendo repliche...

Buona notte, anzi buon giorno!
 




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Parole chiave (versione beta)

prodotto, tmc, confezionamento, etichetta, pasta, rischio, alimenti, legge, produzione, pericolo, consumatore, olio oliva, conservazione, base, semi, imballaggi, verifica, frumento, materia prima, microbiologico, analisi, trattamento, birra, termine minimo conservazione, limite, laboratorio, contaminazione biologica

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