Salve ragazzi, avevo promesso di tenervi aggiornati sulle ultime novità circa la proposta di legge dal titolo “Norme in materia di etichettatura del latte sterilizzato a lunga conservazione,del latte pastorizzato microfiltrato,del latte pastorizzato ad elevata temperatura, nonché dei prodotti lattiero caseari”; si articolerebbe di sette articoli.
Vi ricordo che attualmente in Italia in base alla normativa vigente infatti solamente per il latte fresco si ha l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta, mentre per gli altri prodotti lattiero caseari come formaggi,yogurt,latticini ciò non è ancora obbligatorio.
-Il primo articolo stabilisce il divieto di commercializzare in Italia i prodotti che non riportino in etichetta il luogo di origine del latte.
Sempre stando ai vari pareri la Commissione Europea potrebbe essere solo favorevole in parte alla proposta, il fatto che il divieto sopra indicato ponga una problematica ad uno dei dogmi del commercio tra i vari Paesi il “Principio della libera circolazione delle merci all’interno della Comunità”.
-In realtà pensandoci bene però questo non sarebbe un vero e proprio ostacolo a tale principio, infatti se viene specificata l’origine dei vari tipi di latte e derivati stranieri potranno venire commercializzati regolarmente e liberamente in Italia.
-Bisognerà quindi attendere la decisione della Commissione, il decreto legge è già stato inviato ad agosto a Bruxelles, dovremo aspettare circa tre mesi, questo è l’iter poi se riceverà parere positivo sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale cui seguirà l’entrata in vigore.
È notizia di questi giorni che il ministro dello sviluppo economico ha inviato alla Commissione una nuova notifica del Decreto.
-C’è anche chi sostiene che questa normativa si inserisca in un quadro più ampio della Commissione Europea con l’intento secondo me giusto di alcuni Paesi che guardano alla qualità organolettica e igienico sanitaria in una visione per così dire “più moderna e complessiva” tra questi l’Italia che vorrebbero una “Riforma delle leggi sulla tracciabilità a livello Comunitario” (basti pensare al problema della melammina nel latte…)
Vedendola sotto questo punto di vista la mossa dell’Italia se così possiamo chiamarla sarebbe in entrambi i casi azzeccata.
Il fatto che sia stato imposto già l’obbligo d’origine in etichetta per l’olio vergine ed extravergine d’oliva è un ottimo precedente che fa ben sperare sull’accettazione da parte dell’Ue anche di quest ‘ultima.
Le varie norme sulla tracciabilità in etichetta sono state introdotte “poco per volta” in base alle esigenze e alle emergenze del momento,c’è bisogno di rimediare ad alcune "pecche" e "uniformare" il tutto anche a livello di Stati Membri, con norme standard comuni a tutti.
Tra le “lacune e le falle” esempi concreti ci provengono da molti cibi che riportano in etichetta la dicitura “Made in Italy” le cui materie prime sono state prodotte in altri Paesi, spesso addirittura extraeuropei, esempio le Mozzarelle non a “Denominazione di Origine” spesso sono caseificate con latte o cagliate straniere all’insaputa del Consumatore che si "illude e pensa" di acquistare e mangiare un prodotto italiano.
-La proposta all’articolo 2 riconferma la validità delle norme vigenti in materia di latte fresco il quale già prevede informazioni analoghe in etihcetta che dovranno essere estese anche per le altre tipologie di latte.
Inoltre viene disposto anche l’obbligo di indicazione nell’elenco degli ingredienti,nell’utilizzo di cagliate con l’indicazione di “formaggio ottenuto da cagliata“ incluso l’origine del latte, i controlli e le sanzioni da applicare in caso di inosservanza della normativa.
E' vietato anche l’uso di proteine, di loro composti o di sostanze contenenti proteine nella fabbricazione di formaggi con lo scopo di evitare frodi e valorizzare i prodotti italiani e la tipicità di alcune lavorazioni per le quali il nostro Paese è famosi in tutto il mondo.
In parole semplici come ha ricordato la stessa Coldiretti “il formaggio si fa con il latte e non con le polveri”.
-L’articolo 7 prende in esame lo smaltimento delle confezioni e degli imballaggi già esistenti presso le industrie (per ora il termine massimo è di 6 mesi) al fine di evitare la vendita dei prodotti etichettati senza i corrispondenti parametri previsti dal decreto in via di promulgazione.
Per ora è tutto, io prometto di stare in continuo "update", voi però fate altrettanto e scrivete in questo post le news,i commenti,i vostri pareri, a questa notizia.
Bye Bye
Vi ricordo che attualmente in Italia in base alla normativa vigente infatti solamente per il latte fresco si ha l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta, mentre per gli altri prodotti lattiero caseari come formaggi,yogurt,latticini ciò non è ancora obbligatorio.
-Il primo articolo stabilisce il divieto di commercializzare in Italia i prodotti che non riportino in etichetta il luogo di origine del latte.
Sempre stando ai vari pareri la Commissione Europea potrebbe essere solo favorevole in parte alla proposta, il fatto che il divieto sopra indicato ponga una problematica ad uno dei dogmi del commercio tra i vari Paesi il “Principio della libera circolazione delle merci all’interno della Comunità”.
-In realtà pensandoci bene però questo non sarebbe un vero e proprio ostacolo a tale principio, infatti se viene specificata l’origine dei vari tipi di latte e derivati stranieri potranno venire commercializzati regolarmente e liberamente in Italia.
-Bisognerà quindi attendere la decisione della Commissione, il decreto legge è già stato inviato ad agosto a Bruxelles, dovremo aspettare circa tre mesi, questo è l’iter poi se riceverà parere positivo sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale cui seguirà l’entrata in vigore.
È notizia di questi giorni che il ministro dello sviluppo economico ha inviato alla Commissione una nuova notifica del Decreto.
-C’è anche chi sostiene che questa normativa si inserisca in un quadro più ampio della Commissione Europea con l’intento secondo me giusto di alcuni Paesi che guardano alla qualità organolettica e igienico sanitaria in una visione per così dire “più moderna e complessiva” tra questi l’Italia che vorrebbero una “Riforma delle leggi sulla tracciabilità a livello Comunitario” (basti pensare al problema della melammina nel latte…)
Vedendola sotto questo punto di vista la mossa dell’Italia se così possiamo chiamarla sarebbe in entrambi i casi azzeccata.
Il fatto che sia stato imposto già l’obbligo d’origine in etichetta per l’olio vergine ed extravergine d’oliva è un ottimo precedente che fa ben sperare sull’accettazione da parte dell’Ue anche di quest ‘ultima.
Le varie norme sulla tracciabilità in etichetta sono state introdotte “poco per volta” in base alle esigenze e alle emergenze del momento,c’è bisogno di rimediare ad alcune "pecche" e "uniformare" il tutto anche a livello di Stati Membri, con norme standard comuni a tutti.
Tra le “lacune e le falle” esempi concreti ci provengono da molti cibi che riportano in etichetta la dicitura “Made in Italy” le cui materie prime sono state prodotte in altri Paesi, spesso addirittura extraeuropei, esempio le Mozzarelle non a “Denominazione di Origine” spesso sono caseificate con latte o cagliate straniere all’insaputa del Consumatore che si "illude e pensa" di acquistare e mangiare un prodotto italiano.
-La proposta all’articolo 2 riconferma la validità delle norme vigenti in materia di latte fresco il quale già prevede informazioni analoghe in etihcetta che dovranno essere estese anche per le altre tipologie di latte.
Inoltre viene disposto anche l’obbligo di indicazione nell’elenco degli ingredienti,nell’utilizzo di cagliate con l’indicazione di “formaggio ottenuto da cagliata“ incluso l’origine del latte, i controlli e le sanzioni da applicare in caso di inosservanza della normativa.
E' vietato anche l’uso di proteine, di loro composti o di sostanze contenenti proteine nella fabbricazione di formaggi con lo scopo di evitare frodi e valorizzare i prodotti italiani e la tipicità di alcune lavorazioni per le quali il nostro Paese è famosi in tutto il mondo.
In parole semplici come ha ricordato la stessa Coldiretti “il formaggio si fa con il latte e non con le polveri”.
-L’articolo 7 prende in esame lo smaltimento delle confezioni e degli imballaggi già esistenti presso le industrie (per ora il termine massimo è di 6 mesi) al fine di evitare la vendita dei prodotti etichettati senza i corrispondenti parametri previsti dal decreto in via di promulgazione.
Per ora è tutto, io prometto di stare in continuo "update", voi però fate altrettanto e scrivete in questo post le news,i commenti,i vostri pareri, a questa notizia.
Bye Bye