Divagazione sugli sprayatori per il latte

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Oggetto: Divagazione sugli sprayatori per il latte

Ciao Luca.D,

ti dirò la verità, non ho ben capito cosa tu intenda per "sprayatore" e sarebbe bello che tu fornissi qualche informazione su questo strumento, da condividere con gli amici del Forum.

Riguardo la tua idea, invece, ti rispondo facendo qualche considerazione tecnica sul processo di cui hai dato l'input con la tua dichiarazione.

Quello che vuoi ottenere è una polvere di zucchero che, a quanto mi pare di capire, si differenzi dal punto di vista del processo produttivo dallo zucchero a velo, il quale, lo ricordiamo, è ottenuto mediante macinazione meccanica dello zucchero bianco raffinato, con a piacere aggiunta di aromi, ma che a conti fatti abbia caratteristiche fisiche identiche o quasi, compreso un certo grado di solubilità.

Personalmente, anche io, se dovessi trovare un metodo alternativo, percorrerei la strada della disidratazione che articolerei in tre fasi (da un punto di vista ingegneristico):

  1. Creazione di una soluzione di acqua e zucchero
  2. Predisposizione di una camera di evaporazione (che può essere un piccolo silos) a temperatura almeno tre/quattro volte superiore al valore a cui la nostra soluzione evapora (che, lo ricordiamo, dipende dalla concentrazione del soluto; in questo caso lo zucchero).
  3. Nebulizzazione della soluzione nel nostro ambiente a temperatura controllata.

Mediante l'operazione descritta al punto 3, si dovrebbe assistere ad un'istantanea evaporazione dell'acqua dalla soluzione e quindi un contemporaneo deposito dello zucchero che ne faceva parte, pronto per essere raccolto.

Non è banale il quesito che hai posto sulla tendenza dello zucchero, in quanto materiale organico, a fungere da materiale combustibile. Sulla questione sarebbe opportuno valutare alcuni aspetti meramente tecnici:

  • Trovare una concentrazione di soluto tale per cui l'evaporazione del solvente consenta il mantenimento della temperatura della camera di evaporazione senza eccessiva dispersione di calore.
  • Bilanciare la temperatura della camera di evaporazione del punto 2, di modo che essa stia decisamente al di sotto del valore di combustione della polvere di zucchero, ma che al tempo stesso mantenga un potere calorifico tale da garantire la corretta esecuzione del processo.

Una volta calcolati questi fattori, si può anche cercare di bilanciare il tutto in un'ottica di ottimizzazione e trovare il miglior compromesso in termini di spesa, tempo e velocità di esecuzione del processo.

Ovviamente, la mia è soltanto una trattazione molto generale del problema; spero che chi ci legge riesca a fornire, grazie alla propria esperienza, qualche dettaglio tecnico sulla realizzazione.



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Parole chiave (versione beta)

zucchero, evaporazione, temperatura, processo, acqua, concentrazione, legge, solubilita, processo produttivo, disidratazione, calore, aroma

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